mercoledì 16 ottobre 2013

Il mio PLE



Ecco il mio PLE suddiviso nei vari tipi di apprendimento e come comunico e creo.
Nell'apprendimento formale ho inserito l'università, i libri e la piattaforma di moodle, nonchè il sito dell'e-learning dell'ateneo di bologna, molto usato dai professori per inviare documenti ed esercitazioni, a consultazione degli studenti, previa iscrizione on-line al corso.
Nell'apprendimento informale ho inserito come apprendo io quotidianamente nel tempo libero: cinema, famiglia e amici, radio, televisione e attività sportive.
Nell'apprendimento non formale sono indicati i mezzi coi quali apprendo personalmente nel momento in cui cerco qualcosa di specifico: you tube per i video, wikipedia, narrativa, motore di ricerca google.
Per creare io stessa dei documenti, utilizzo word, excel e power point. Infine per comunicare con amici, parenti, sconosciuti, utilizzo cellulare, skype, msn, e-mail, facebook.

PLE Personal Learning Environment

In italiano Ambiente di Apprendimento Personale, indica l'insieme dei metodi e degli strumenti che usano gli studenti, ma non solo, per apprendere.
Il PLE permette: di gestire i contenuti e il processo del proprio apprendimento; di definire i propri obiettivi; di comunicare e condividere con altri.
Gli strumenti utilizzati per il PLE sono un insieme di tecnologie (blog, wiki...), mirate all'apprendimento personale.
Grazie a tutte queste tecnologie, oggi gli ambienti di apprendimento sono numerosi e differenziati. Possiamo fare un'importante distinzione fra tre tipi di apprendimento:

  • Apprendimento formale: comprende tutti gli apprendimento che hanno lo scopo di formare, esso comprende la scuola, l'università e tutti i corsi di formazione. Questo tipo di apprendimento è rilasciato da un titolo, da una certificazione (diploma, laurea, attestato...).
  • Apprendimento informale: è l'insieme di tutte le informazioni con le quali veniamo a contatto quotidianamente, sia cercate che non. Un insieme di esperienze che non richiedono uno speciale obiettivo e non rilasciano nessun tipo di certificazione. Apprendere vivendo.
  • Apprendimento non formale: è un apprendimento volontario, ma dove la formazione non è necessariamente l'unica attività. Si riferisce ad attività specifiche organizzate al di fuori del sistema formale (sport, musica, volontariato...). 




Tecnologie per Apprendere

Le tecnologie si sono indirizzate anche per elaborare nuovi software a sostegno degli studenti e/o degli adulti con disturbi specifici di apprendimento (DSA). Molte persone soffrono di questi disturbi; mentre una volta non erano riconosciuti, oggi è possibile farlo grazie ad alcuni test.
Occorre che le persone adulte (genitori, insegnanti...), osservando il bambino durante lo studio, riconoscano una maggiore difficoltà in alcune materie ed attività. Questi sono i primi sintomi e se vengono individuati presto, sarà più facile passare alla diagnosi e iniziare un percorso d'aiuto e di sostegno, affiancato da esperti.
I DSA più riconosciuti sono:
  • Dislessia
  • Disgrafia
  • Disortografia
  • Disturbo specifico della compitazione
  • Discalculia
Per aiutare le persone con DSA sono presenti numerosi programmi per computer, e con la tecnologia vanno perfezionandosi.
Alcuni di questi programmi base sono:
  • VUE: software gratuito, aiuta la rappresentazione di una mappa mentale, fornendo immagini, video, files....
  • Tutore Dattilo: software gratuito, utile per imparare a scrivere al computer e per la dattilografia.
  • Free Mind: software gratuito, per sviluppare facili mappe concettuali e accessoriate.
  • Leggi X Me: programma, aiuta lettura e scrittura, grazie alla sintesi vocali.
  • Simple Mind: software gratuito, per rappresentare mappe mentali, diagrammi e grafici.
Qualcuno ha mai usato questi programmi???




lunedì 14 ottobre 2013

Tecnologie e Giovani, Oggi

Oggi le tecnologie sono sempre maggiori, e ci circondano in ogni campo. I bambini, fin da piccoli, hanno a che fare con cellulari, televisioni, computer...nascono e crescono intorno a persone che maneggiano quotidianamente questi oggetti. I bambini osservano e memorizzano subito i gesti, i movimenti coi quali gli adulti usano le tecnologie. Mia cugina, a due anni, sa già usare il cellulare della madre per andare su youtube e guardare il video di "Peppa Pig", già salvato nei siti preferiti: ha imparato cosa spingere per raggiungere il suo scopo.

Ma è giusto far crescere i propri figli circondati dalle più svariate tecnologie?

Numerosi sono i rischi che derivano dall'abuso di queste tecnologie, non solo sui bambini ma anche su ragazzi ed adulti. Ad esempio: aumento di ansia, sedentarietà, isolamento, perdita dei rapporti umani, dolore agli occhi, diminuzione dell'attenzione....
Oggi è comunque impensabile tenere bambini e giovani lontani dalla tecnologia e non sarebbe nemmeno giusto.
A mio parere occorre raggiungere una giusta mediazione, usare le tecnologie a disposizione in modo e tempo utile, per raggiungere i propri scopi, senza farsi troppo trasportare.

mercoledì 9 ottobre 2013

Creative Commons

Durante il 2001 nasce negli USA, l'organizzazione non-profit Creative Commons. Lo scopo di questa organizzazione è rendere condivisibili e utilizzabili pubblicamente le diverse opere dell'ingegno, in maniera legale.
Il logo dell'organizzazione (CC) rappresenta una mediazione tra il rigido modello del copyright (C tutti i diritti riservati), e quello di dominio pubblico (PD nessun diritto riservato). Creative Commons, nasce sotto volere del professore Lawrance Lessing, ordinario della facoltà di Giurisprudenza di Stanford; si introduce in Italia nel 2003, e nel 2004 vengono pubblicate le prime versioni delle licenze CC tradotte.

L'organizzazione mette a disposizione dei creatori diversi tipi di licenze, basandosi su quattro clausole:

  • Attribuzione (BY): occorre sempre indicare l'autore dell'opera.
  • Non uso commerciale (NC): gli usi commerciali dell'opera non sono consentiti.
  • Non opere derivate (ND):  non sono consentite modificazioni dell'opera.
  • Condividi allo stesso modo (SA): si può modificare l'opera, ma può esser rilasciata solo con le stesse condizioni scelte dell'autore originale.

Le sei licenze Creative Commons riguardano le diverse combinazioni di queste clausole, e l'autore è libero di scegliere quella che ritiene più appropriata per la sua opera.
In Italia queste licenze sono state adattate al sistema giuridico, dove il diritto d'autore è regolato dalla legge 633.

Questa organizzazione non-profit è molto utile per l'attuale salvaguardia dell'autore, permette sì di scaricare, modificare e condividere opere e informazioni, ma alle condizioni stabilite dal creatore.


Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Creative_Commons#Le_quattro_clausole_delle_licenze_Creative_Commons

martedì 8 ottobre 2013

Diritto d'autore

Con la legge del 1941 n.633 e successive modificazioni, nasce in Italia la tutela del diritto d'autore.
Il diritto d'autore nasce nel momento della creazione dell'opera; l'autore è il creatore dell'opera, o nel caso di collaborazione, i coautori. Lo scopo è quello di tutelare l'opera originaria e il suo autore, a sfavore di terzi. L'autore è libero di pubblicare, riprodurre, modificare, distribuire e vendere la sua creazione.
Le opere tutelate sono tutte quelle dell'ingegno, con carattere creativo, qualunque sia il modo o la forma d'espressione: opere letterarie, composizione musicali, opere di scultura, pittura, disegni, opere dell'architettura, del teatro, della cinematografia, fotografiche, software, database....

I diritti dell'autore si dividono principalmente in due:

  • Diritto morale: appartiene all'autore; tutela la personalità, l'onore e la reputazione, comunicando agli altri le sue opere.
  • Diritto di utilizzazione economica: appartiene originariamente all'autore, ma può successivamente cederlo, gratuitamente o dietro compenso, ad un acquirente, nei limiti del contratto.


I diritti d'autore hanno assunto, col passare del tempo, numerosa importanza, soprattutto nel mondo moderno; grazie ad internet e alla tecnologia, è molto facile trovare informazioni, scaricarle, riprodurle, e spacciarle per proprie opere. L'obiettivo è dunque quello di tutelare il vero creatore, affinché gli venga riconosciuto il giusto merito.


Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Diritto_d'autore_italiano